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Largo alle donne!

Mentre in tutto il mondo continua il dibattito sulle pari opportunità per le donne nel mondo del lavoro, Aliworld si confronta con tre professioniste che sono riuscite a costruirsi una carriera in un settore tradizionalmente maschile: quello della ristorazione

Le donne sono tradizionalmente poco rappresentate nel settore della ristorazione. Il numero di donne chef con tre stelle Michelin non supera la decina e, anche se il loro talento è sempre più apprezzato, questo mondo è ancora dominato dagli uomini. Le donne che iniziano a farsi strada nel foodservice stimolano un modo di lavorare diverso. “Portano un approccio più riflessivo e razionale in un settore guidatodal testosterone”, sostiene Melissa Yarman, che da due anni guida l’ufficio di Dubai di CKP Hospitality.
Come donna trova ostacoli ogni giorno, ma è convinta che non bisogna scoraggiarsi. Per riuscire c’è un’unica strategia che funziona: la perseveranza. “Il mercato arabo non è facile”, afferma. “Essere l’unica donna è già di per sé una notevole sfida e dover guidare incontri molto tecnici rende tutto ancora più difficile”.
Alcune organizzazioni internazionali, tra cui l’americana Women’s Foodservice Forum, si sono concentrate sulla questione per anni e numerose aziende hanno promosso iniziative
a sostegno delle donne nel lavoro. Quest’anno Compass Group, una delle principali società di ristorazione in Europa, è stata la prima ad avviare il programma Women in Food con l’obiettivo di aumentare il numero di donne chef nella propria forza lavoro e raggiungere il 50%
(la fatidica parità!) entro il 2020. Il gruppo impiega già un numero di donne superiore alla media. Su 4.393 chef in tutta l’azienda, 1.537 sono donne, cioè il 35%, un dato ben superiore alla media del settore in Europa (18,5%). Secondo Compass vi sono diversi fattori che scoraggiano le donne a diventare chef. Il principale deterrente sono gli orari di lavoro rigidi e lunghi, difficili da gestire per una donna che deve destreggiarsi tra lavoro e vita familiare. “Abbiamo lavorato duramente per comprendere le ragioni che spingono le donne a non intraprendere questa professione. Speriamo che riconoscere i problemi ci aiuti ad abbattere le barriere e che in futuro avremo più donne chef”, afferma l’amministratore delegato Dennis Hogan.
Abbiamo parlato con tre professioniste di successo in diversi settori della ristorazione. Ci hanno
raccontato le sfide che hanno dovuto affrontare, come le hanno superate e le qualità che, come donne, portano nelle loro attività.

LA LEADER D’AZIENDA – ELLEN SPERANZA

Il direttore generale di Burlodge Italia è riuscita a gestire una carriera impegnativa crescendo due figlie

Sono cresciuta pensando che un giorno sarei diventata un medico, ma quando mio padre fondò Burlodge, mi sono resa conto che i miei studi mi avrebbero portato su un’altra strada. Mi sono laureata in economia aziendale con una specializzazione in management e ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia mentre studiavo. Una volta finiti gli studi, dopo un paio di anni di lavoro d’ufficio, ho deciso che era tempo di mettermi alla prova. Quando dall’Australia hanno iniziato ad arrivare le prime richieste d’informazione sui nostri prodotti, mi si è accesa la lampadina e ho chiesto di esplorare quel mercato.

È stata un’esperienza molto formativa. Ho viaggiato e imparato a conoscere culture diverse e un nuovo modo di fare business. Ho fatto quel lavoro per tre o quattro anni, fino a quando è nata la mia prima figlia. Ho lavorato fino all’ottavo mese e ho ripreso subito dopo il parto.

IL GIUSTO EQUILIBRIO

È difficile conciliare il lavoro con la famiglia, specialmente in Italia. Ho scelto di essere una donna di business e questo mi ha portato a fare continui compromessi in altri aspetti della mia vita. Molte persone associano l’Italia a un paese in cui i nonni vivono vicini e possono aiutare, ma la mia famiglia è all’estero e ho sempre dovuto trovare soluzioni diverse per lasciare le mie figlie in un ambiente sicuro. Adesso hanno 14 e 17 anni e più crescono, più diventano esigenti. Per far funzionare le cose devo pianificare ogni giorno della settimana e tutti i weekend. Alle mie ragazze ho insegnato ad essere indipendenti e impegnarsi per raggiungere i loro obiettivi.

Ho imparato sulla mia pelle il valore del lavoro duro. Non devi mai mollare fino a quando il tuo obiettivo non è raggiunto. Uno dei momenti chiave della mia carriera è stato quando sono stata nominata direttore generale per i nostri stabilimenti produttivi in Italia, dove abbiamo 75 dipendenti. Quando sei responsabile per 75 famiglie ti rendi conto di quanto sia importante credere nel tuo lavoro. Il nostro è un settore molto maschile, in cui le donne sono sottovalutate. Dobbiamo lavorare più degli uomini per raggiungere gli stessi traguardi. Per superare una barriera così forte devi amare il tuo lavoro, credere in quello che fai e avere la tenacia di andare avanti anche quando il gioco si fa duro.

PORTA A TERMINE IL TUO LAVORO

Come donna ho incontrato molti ostacoli, ma ho sempre risposto con forza e determinazione. Mi piace imparare da persone competenti e ancora oggi continuo a studiare per essere sicura di sapere di cosa sto parlando. Questo mi aiuta a essere presa sul serio. Credo che la qualità più importante nel lavoro sia saper ascoltare. Tutte le persone hanno paure e debolezze e si deve trovare un equilibrio tra l’essere comprensiva e l’essere troppo morbida. Devi essere capace di ottenere quello che serve e, al contempo, capire e rispettare le persone.

L’EXECUTIVE CHEF – MARÍA MARTE

L’executive chef di El Club Allard arriva a Madrid nel 2003 dalla Repubblica Dominicana. È l’unica donna ad avere due stelle Michelin nella capitale spagnola.

Prima di lasciare la Repubblica Dominicana ero appassionata di cucina e avevo una piccola attività di catering, ma è stato quando sono arrivata in Spagna e ho iniziato a lavorare presso El Club Allard che mi sono innamorata di questo mestiere.
Grazie all’impegno e alla dedizione, ho ottenuto un posto nel team di cucina. Due anni fa, quando Diego Guerrero, l’executive chef precedente, è andato via, ho capito che era arrivato il momento di
dimostrare che potevo guidare la cucina. Grazie a Luisa Orlando, la direttrice del ristorante che ha avuto fiducia in me, sto vivendo un sogno.
Una delle tappe più importanti della mia carriera è stata quando mi hanno dato l’opportunità di entrare a
far parte del team di cucina. Quegli anni sono stati incredibili, ma mi hanno permesso di arrivare dove sono ora. Aver ricoperto tutti i ruoli mi aiuta a dirigere meglio la cucina. Più tardi, quando Luisa mi ha offerto la possibilità di diventare executive chef e ho creato il mio primo piatto come María Marte, ho capito che ero in grado di prendere il comando.
Sul piano personale, la sfida più grande è stata la separazione dai miei figli. Per offrire loro una vita migliore sono stata lontana per quasi nove anni. È stato veramente difficile, ma ne è valsa la pena.

SEGUI I TUOI SOGNI
Sono felice che ci siano sempre più donne in questo settore così difficile e sono sicura che i numeri continueranno a crescere. La qualità più importante in cucina è dedicare la massima attenzione ai dettagli e alle persone che lavorano con te. Ogni giorno m’insegnano qualcosa di nuovo. Se vuoi riuscire è vitale avere personalità e saper ascoltare. Mi piace vedere che le persone vengono gratificate dai miei piatti. Rendere felice chi viene al mio ristorante è una sensazione impagabile.

PARITÀ IN CUCINA
Nonostante i primi anni siano stati molto duri, da un punto di vista professionale mi considero fortunata. Sono riuscita ad ottenere quello che sognavo e ogni giorno posso misurarmi con le sfide di una cucina di altissimo livello.
Per riuscire devo mantenere la calma e avere sempre nuove idee, in modo che i clienti siano soddisfatti e desiderino tornare.
Credo che le donne abbiano ancora molta strada da fare prima di raggiungere la parità, ma dobbiamo impegnarci ogni giorno per cambiare le cose. Sono orgogliosa di lavorare in un ristorante in cui le donne sono stimate come gli uomini e dove nessuno mi ha mai fatto sentire inferiore in alcun modo. Ma il mondo là fuori è ancora molto difficile per le donne.

Vorrei incoraggiare tutte le donne che desiderano fare carriera nella ristorazione a non lasciarsi influenzare. Se questo è il loro sogno, devono lavorare sodo per raggiungerlo, senza porsi limiti. Sono una persona molto positiva e penso che se lavori sodo e non smetti di provarci puoi ottenere quello che vuoi.

LA CONSULENTE – SHIKIN AMAIN

Il direttore creativo di Tricon è nata in Malesia, ma ha fatto carriera a Londra come consulente per la ristorazione.

Sono diventata consulente per caso. Ho studiato ingegneria chimica alla Strathclyde University in Scozia e dopo la laurea sono tornata in Malesia. Come neo-laureata cerchi qualsiasi lavoro e io ho trovato occupazione come ingegnere presso una società di consulenza chiamata Creative Kitchen Planners. Questo avveniva più di 20 anni fa.

AMBIZIONE E CONCENTRAZIONE
Sono stata assunta per seguire gli aspetti tecnici, ma ho sempre avuto passione per
il cibo e il settore dell’ospitalità. Ero molto ambiziosa e volevo imparare in fretta. Arrivavo in ufficio al mattino presto, perché volevo migliorarmi e capire tutto quello che stavamo facendo. Ho sempre fatto un sacco di domande, perché quando sei giovane non hai paura di chiedere. Dopo, con il passare degli anni, inizi a pensare che certe domande sono imbarazzanti e non osi farle. Ma quando sei giovane puoi fare tutte le domande che vuoi. Questo è quello che ho fatto e mi ha permesso d’imparare molto velocemente.
La sfida più grande per noi donne è che, con il passare degli anni, vogliamo una famiglia e per molte la carriera passa in secondo piano. Gli uomini possono concentrarsi sul lavoro e quando tornano
a casa non hanno altri compiti o preoccupazioni. Per una donna è molto diverso: in ufficio hai le stesse responsabilità, ma quando arrivi a casa ti aspetta un secondo lavoro. Destreggiarsi tra il lavoro e la vita personale è una vera sfida. Io sono molto fortunata perché mia madre vive vicino a noi e mi ha aiutato
a crescere i miei figli.

FIDUCIA IN SE STESSI
Il mio percorso è diverso da quello di molte altre donne: prima mi sono sposata, poi ho studiato avendo già una famiglia. Se mi guardo indietro, mi chiedo come ci sia riuscita, ma quando sei giovane sei piena di coraggio e fai le cose senza pensarci troppo. Credo di avercela fatta perché sono molto ambiziosa.
Non penso che essere una donna abbia rallentato la mia carriera. Il successo dipende dall’esperienza e dalla tua personalità, se non vuoi che sia un problema, non lo sarà. Alla fine non importa
se sono una donna: questo è un problema per quegli uomini vecchio stile, che si sentono a disagio a lavorare con una donna, non mio. Sono qui perché mi piace il mio lavoro e so quello che sto facendo.

SII SINCERO, FAI DEL TUO MEGLIO
Sono piuttosto piccola,
1 metro e 50, e a volte incontro persone che mi sottovalutano. Puoi prenderla negativamente o positivamente. Io sono positiva e non mi scoraggio. Se hai competenza, talento e capacità, puoi stare a testa alta e parlare con sicurezza. Credo che sia meglio essere gentili con le persone.
È importante farsi amici, non nemici, perché puoi incontrare le stesse persone su progetti diversi e in situazioni differenti. Devi essere sincero in quello che stai facendo e dare il meglio di te per il progetto su cui stai lavorando. Se lavori così, non avrai mai nulla da temere.

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